Opportunità per le imprese

Gli anni della crisi economica e le nuove richieste di bellezza e benessere hanno mutato profondamente la missione e l’approccio professionale di chi opera nei settori della cura del corpo. L’analisi e i consigli di Agnese Da Prato

Wellness ed estetica, “dall’artigianato della bellezza la risposta ai nuovi bisogni”

Wellness ed estetica sono oggi galassie di bisogni in costante evoluzione. Le innovative tecnologie disponibili, i risultati delle scienze di frontiera che studiano il rapporto tra corpo e mente e, soprattutto, una maggiore comprensione dei segnali che ci arrivano dalla natura (di cui l’uomo è parte integrante) sembrano essere le “chiavi” per trovare risposte adeguate, metodologie e trattamenti pratici in grado di interpretare le nuove esigenze di bellezza e benessere.

Servono, però, competenze avanzate e articolate su diversi ambiti. Flessibilità, adattabilità, creatività. Un artigianato della bellezza, come spiega Agnese Da Prato, Direttrice didattica della scuola di formazione avanzata Weltic abilitata all’insegnamento delle materie estetiche dall’università di Ferrara (FORMEST), che su questi temi tiene anche corsi formativi per Ecipar Bologna, la società di formazione di Cna Bologna nell’ambito de I Mestieri della bellezza. Per informazioni: www.eciparbologna.it, ecipar@bo.cna.it

Come gli altri ambiti che caratterizzano la vita delle persone anche quello relativo alla bellezza e al benessere è in costante trasformazione. Quali sono a suo parere i principali cambiamenti intervenuti in questi anni in termini di richieste e risposte di wellness ed estetica?

La crisi economica degli ultimi anni ha cambiato la domanda nel settore del wellness e della bellezza e di conseguenza anche l’offerta. Le donne e sempre di più anche gli uomini, continuano a investire nel benessere e nella bellezza ma a differenza degli “anni d’oro” oggi selezionano in modo oculato il professionista a cui rivolgersi in base all’efficacia del risultato e alle competenze professionali.

Dico in modo oculato perché la clientela oggi, grazie ad internet, è più informata, competente ed esigente. L’offerta ha dovuto adeguarsi in fretta, efficacia e risultato richiedono sperimentazioni e aggiornamenti continui. La crisi ha aumentato la qualità nel settore, è chiaro che chi non è stato al passo con i cambiamenti si è trovato a dover competere solo con la guerra al ribasso dei prezzi che ha portato alla chiusura di molti esercizi e all’ampliarsi del fenomeno del lavoro nero.

Nella cura del benessere e dell’estetica si incontrano “tecnologia” e “natura”. Quali i rispettivi “ruoli” e come fare dialogare utilmente ciò che può apparire logicamente opposto?

Tecnologia e natura possono sembrare logicamente opposti, in realtà la tecnologia va vista come un aiuto a rendere ancora più efficaci prodotti che altrimenti avrebbero bisogno di aiuti chimici, a volte dannosi, per essere performanti come la nuova clientela richiede. Quando si parla di natura io penso non solo ai prodotti ma anche ai massaggi manuali o ai trattamenti tradizionali come il gommage negli hammam o l’epilazione con la pasta di zucchero. Non si può pensare di lavorare sul corpo delle persone solo con le macchine, le persone nell’era digitale hanno sempre più bisogno delle mani, del contatto e della creatività di chi le usa. La tecnologia aiuta la performance, ma è la natura che ci indica la strada giusta da seguire, non dobbiamo dimenticarcene.

Come si favorisce e mantiene nelle persone un rapporto equilibrato e positivo con il proprio corpo e quali i benefici?

Oggi più che mai al mondo del benessere e della bellezza si chiede di soddisfare dei bisogni che non sono palesi e facili da individuare. Il professionista della bellezza deve avere competenza nella relazione, nell’ascolto; deve esser capace di individuare i bisogni per poi soddisfarli.

Dietro alla richiesta di bellezza spesso si celano una richiesta di aiuto ad aumentare l’autostima, bisogno di ascolto disinteressato, paura di invecchiare e molto altro.

Il professionista della bellezza ha il compito di aiutare le persone non soltanto a vedersi belle ma soprattutto a sentirsi belle.

E per sentire la bellezza bisogna andare piano, la bellezza è una conquista che si raggiunge con la volontà e il tempo, non esistono bacchette magiche (per quelle c’è il chirurgo).

La bacchetta magica, infatti, non aiuta a sentire la bellezza, la fa vedere ma il bisogno vero non viene soddisfatto, per questo dopo il boom della chirurgia estetica stiamo tornando alla ricerca degli artigiani della bellezza.

I benefici sono una maggiore consapevolezza di sé, del proprio corpo, una visione della bellezza più ampia fatta anche di proporzioni, armonia, carisma, fascino, non solo di taglia 40 o labbra carnose.

Queste conquiste si fanno attraverso l’artigianato della bellezza, perché l’artigiano rispetto all’industria va lentamente, e il fruitore ha il tempo di adattarsi al nuovo, di sentirlo e di educarsi.

Bellezza e benessere nel prossimo futuro. Quali le tendenze a suo parere più significative e gli ambiti di innovazione sui quali puntare per rispondere alle nuove esigenze?

Il futuro della bellezza e del benessere sta nell’acqua, e per acqua intendo la matrice che circonda tutte le nostre cellule, se la matrice è sana e pulita le nostre cellule comunicano tra di loro ed è interagendo nelle comunicazioni che possiamo fare la differenza sia nella medicina (che già va in questo senso) che nella bellezza. L’altro fronte è la PNEI (psiconeuroendocrinoimmunologia), ovvero la consapevolezza che agire su un fronte porta necessariamente dei cambiamenti su tutti gli altri e quindi non si può più non tener conto della continua relazione Mente-Corpo.

La fisica quantistica, la PNEI, gli studi sulla matrice vanno tutti nella stessa direzione e anche il mondo dell’estetica e del benessere vengono coinvolti in questa nuova rete.

Sembra troppo futuristico e difficile? Assolutamente no, abbiamo già gli strumenti per agire in questo senso si tratta di rivederli in un’ottica diversa e più ampia.

Date le caratteristiche del settore, ancora più che in altri campi, fondamentali sono le competenze delle persone chiamate a esprimervi la loro professionalità. Quali le principali da apprendere e sviluppare e come mantenersi aggiornati e competitivi in un mercato così dinamico?

E’ vero oggi il mercato è estremamente dinamico, e prima delle competenze che si possono apprendere, c’è bisogno di flessibilità, adattabilità e creatività.

Oggi non basta avere la competenza nel saper fare, bisogna anche saper essere un professionista.

Come già accennato, al professionista si chiede di soddisfare dei bisogni pertanto non basta saper fare i trattamenti ma si richiede per prima cosa competenza nella relazione e nell’ascolto, nella comunicazione. Il rapporto con il cliente è un continuo patto di fiducia.

Le competenze, poi, vanno continuamente aggiornate. Oggi non ci sono più confini e non si sa dove possiamo arrivare, sappiamo solo che stiamo evolvendo e anche velocemente. Per restare sulla cresta dell’onda ci vuole impegno, curiosità e dinamicità.

Il settore della bellezza, essendo in forte evoluzione, attira molti investitori spesso non al passo con le nuove esigenze di mercato. Pensano che basti un posto bello, grande con gli strumenti giusti et voilà.

Non è così, questo è un settore difficile che non richiede meno competenza e professionalità di altri settori. Il patto di fiducia ci deve essere in primis tra investitori e professionisti e la formazione dei professionisti va continuamente aggiornata e soprattutto condivisa.

Ho visto molti investimenti onerosi finire in niente a causa della mancata valutazione giusta del settore e del personale addetto.

Ci sono molti pregiudizi duri a morire verso i professionisti della bellezza come se la bellezza fosse un qualcosa di secondaria importanza.

Anche per queste ragioni il compito della formazione è quello di restituire dignità e consapevolezza al settore e soprattutto attraverso le nuove figure professionali, i fatti e i risultati distruggere gli ultimi baluardi del pregiudizio.